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Articoli di approfondimento

Che cosa succede dopo la morte?

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Prefazione

Caro lettore,
Questo libretto è stato scritto al solo scopo di aiutarti a capire meglio ciò che succede dopo la morte.
Per renderlo più interessante, è stato scritto in forma di conversazione, con le domande che tu avresti fatte se fossi stato presente.
L’argomento è fra i più importanti che esistano. Nel Nuovo Testamento è scritto: “…è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio...”.
Spero che tu, e i tuoi cari, possiate trovare in questo libretto parole di speranza e di aiuto.
Guglielmo Standridge

Che cosa succede dopo la morte?

“Non voglio che il Nonno sia morto” singhiozzava Giuliana. “Se Dio l’ha fatto morire, vuol dire che Dio è cattivo.”
“Stai zitta, sciocca!” rispose Enrico, che aveva 15 anni e credeva di capire tante cose. “Dio non è mai cattivo.”
“Sì, ma perché ha fatto morire il Nonno? Nonno era tanto bravo e mi raccontava delle cose belle. E poi mi comprava un gelato quando andavamo a passeggio. Perché proprio lui doveva morire?”
“Ma, sarà perché... Beh, veramente non lo so neanche io. Però, se Dio l’ha fatto morire, non vuol dire che Dio è cattivo.”
“Ma tu non capisci, Enrico. Perché non poteva morire quel terribile vecchio che abita sotto di noi? Lui non ha nipotini e non ci fa neanche giocare in giardino!”
“Hai ragione, Giuliana. Sarebbe meglio che morissero soltanto i cattivi. Almeno mi sembra. Eppure tutti devono morire.”
“E poi, dov’è andato Nonno? Sta bene? Ci vede? Sa che io sto piangendo perché è morto? Mi potrebbe mandare un bacio, come faceva quando mi salutava dalla finestra, quando uscivo per andare a scuola?”
“Senti perché non andiamo a parlarne con Papà? Non so neppure io come rispondere alle tue domande” dovette confessare Enrico.
Ma Papà non era in casa e i due ragazzi dovettero aspettare che tornasse dall’ufficio la sera per parlargli.
Dopo cena, Giuliana e Enrico si misero comodi vicino a Papà e cominciarono a fare tutte le loro domande. Forse era Giuliana quella che ne aveva di più.
“Un momento, un momento, per carità” Papà alzò la mano come fa un vigile quando ferma il traffico. “Non ce la farò a ricordare tutte queste domande, e poi non vi prometto neanche di rispondere a tutto. Quando si parla di morte e di ciò che succede dopo, non c’è proprio nessuno che sappia tutte le risposte. Sono soltanto i maghi che promettono tutto per spillare i soldi alla gente.”
“Allora, come facciamo, Papà? Non possiamo capirci niente?” La fronte di Giuliana si era corrugata. La bambina sembrava quasi pronta a piangere di nuovo.
“Già, le persone quando sono morte non ci possono parlare più. Se non possiamo fare loro delle domande, allora tutto quello che si dice o che si pensa potrebbe essere soltanto fantasia” concluse Enrico.

Qualcuno è tornato dalla morte?

“No, no. Non è proprio così” rispose Papà. “Possiamo sapere molte cose su ciò che succede dopo la morte. Anzi, possiamo sapere tutto quello che ci è veramente utile.”
“E come lo sappiamo?”
“Ecco, prima di tutto dovete ricordarvi che vi è stato un uomo che è morto e che poi è tornato in vita. Possiamo imparare molte cose da quello che ha detto lui.”
Giuliana spalancò gli occhi. “Davvero qualcuno è tornato dalla morte?”
Enrico rise. “Io ho capito. Tu stai parlando di Gesù, non è vero, Papà? Ecco che possiamo capire da lui cosa succede dopo la morte.”
“Invece io penso che non ci aiuta proprio niente” rispose Giuliana. “Noi non siamo mica Gesù. Lui era Dio e poteva fare i miracoli.”
“Avete ragione tutti e due. Però, Giuliana, Gesù disse che tutti quelli che credono in lui e che partecipano della sua vita, risusciteranno e saranno simili a lui. Perciò se leggiamo con cura quanto Gesù ha detto riguardo alla morte e alla risurrezione, e poi ricordiamo anche com’era e cosa ha fatto dopo la resurrezione, possiamo davvero capire molte cose. Anzi, io credo che Lui sia rimasto sulla terra dopo la sua resurrezione proprio per permetterci di capire queste cose.”
“Sono contenta, Papà, se è così, perché allora Nonno può ora essere con Gesù. Però questo non mi spiega perché è dovuto morire.”
“Io sono d’accordo con Giuliana” disse Enrico. “Non mi pare che soltanto pensando a Gesù possiamo avere le risposte a tutte le domande che ti abbiamo fatte, Papà.”
“E avete ancora ragione.
“Non vi ho detto il secondo modo sicuro in cui possiamo sapere molte altre cose importanti sull’aldilà.”
“E qual è?”
“È tutta la Sacra Bibbia. Ricordatevi che questo libro è stato scritto da tanti uomini, ma tutti avevano sentito in qualche modo la voce di Dio e scrivevano quello che lo Spirito Santo di Dio voleva che scrivessero.”
“Allora, se leggiamo la Bibbia” domandò Giuliana, “possiamo sapere tutte queste cose? Se Nonno sta bene? Se ci vede? Se ci può aiutare? E perché è morto? E perché non muoiono prima i cattivi? E perché...”.
“Fermati! Fermati, cara. Ho già detto che ci possono essere delle domande a cui Dio non ci dà una risposta proprio perché non ne abbiamo bisogno. Però, penso che, se guardiamo ad una ad una le tue domande, possiamo capirci molto.”
“Allora, Papà, dimmi dove sta ora Nonno e se sta bene. Me lo puoi dire?”
“Sì, questo te lo posso dire. Perché ti posso dire quanto disse l’apostolo Paolo di se stesso: «Ho il desiderio di partire e di essere con Cristo, perché è cosa di gran lunga migliore». Per Paolo, morire significava «andare con Cristo» e stare molto meglio che qui sulla terra.”
“Ma, è possibile andare direttamente in cielo con Gesù quando si muore?” domandò Enrico.
“È quanto l’apostolo Paolo ci dice anche in un altro passo: «Sappiamo che mentre abitiamo nel corpo, siamo assenti dal Signore, ...ma siamo pieni di fiducia e abbiamo molto più caro di partire dal corpo ed abitare col Signore»”.
“Allora, quando uno muore, significa che lascia il suo corpo e va col Signore Gesù?” domandò Giuliana.
“Proprio così. Noi abbiamo messo il corpo del Nonno in una cassa e l’abbiamo portato al cimitero. Ma non c’era più il Nonno in quel corpo.”
“Allora, Nonno come fa senza il suo corpo?”

Come fa senza il suo corpo?

“Ecco, questa è una delle domande a cui Dio non ci ha dato una risposta. Tutto ciò che possiamo dire di sicuro è che i morti sono coscienti e sono felici perché sono col Signore.”
“Ma” disse Enrico, “Gesù aveva un corpo dopo risorto”.
“Ed è proprio per questo motivo che noi sappiamo che anche Nonno avrà un bel corpo, senza difetti, senza dolori, senza essere più vecchio, dopo la resurrezione.”
“E come faremo a riconoscerlo, se avrà un nuovo corpo e non sarà più vecchio?” domandò Giuliana.
“S. Paolo dice che il nostro nuovo corpo sarà «glorioso», ma non sarà così diverso da non poterci riconoscere. I discepoli riconobbero Gesù dopo la risurrezione, e anche noi tutti ci riconosceremo.”
“Ora, Papà, dimmi se il Nonno ci vede adesso e sa che stiamo parlando di lui” disse Giuliana. “Io vorrei tanto fargli sapere che sono triste perché non è più con noi, ma che sono contenta se è con Gesù.”
“Tanta gente la pensa come te, Giuliana” rispose Papà. “Ma la Bibbia ci dice che i morti non ci vedono, né sanno cosa succede sulla terra.”
“Ma perché? Il Nonno sarebbe tanto contento di sapere che stiamo bene e che non piangiamo troppo.”
“Può darsi che alcune cose gli farebbero piacere, però non riusciamo ad immaginare quanto sia contento di stare vicino a Gesù e godere le gioie che Dio ha preparato per lui. E poi, se i morti potessero vederci sempre, in tutti i momenti, vedrebbero anche molte cose poco belle e anche tristi. E ciò non è proprio possibile, perché Dio ha promesso loro soltanto la felicità e la pace.”
“Non ci avevo pensato” ammise Giuliana, “che Nonno potrebbe anche essere triste se ci vedesse sempre. Allora, Dio ha fatto proprio bene a metterlo dove può godere”.
“E poi” Papà continuò, “ora Nonno capisce perfettamente che Dio fa tutto per il nostro bene. Perciò lui è contento e senza preoccupazioni per quanto ci riguarda”.

Possiamo parlare con i morti?

“Papà, ti vorrei chiedere una cosa” interruppe Enrico. “Se Nonno non ci vede e non può sapere cosa ci sta succedendo, è possibile che noi ci mettiamo in contatto con lui? Un professore a scuola ha detto che lui ha parlato con sua figlia che è morta in un incidente.”
“Probabilmente il tuo professore è andato da un mago, o ha partecipato a una seduta medianica, in cui la gente cerca di mettersi in contatto con gli spiriti dei morti.”
“Sì, il professore ha detto che sua figlia gli ha detto che sta bene e di non preoccuparsi.”
“In primo luogo, bisogna dire che nella Bibbia è assolutamente vietato di cercare di mettersi in contatto con i morti, e che Dio ha perfino comandato, nell’Antico Testamento, che chiunque facesse pratiche magiche doveva essere messo a morte.”
“Perché è così sbagliato, se tutti lo vorrebbero fare?”
“Perché Dio dice che non bisogna cercare da altri le informazioni che Egli solo può dare: «Se vi si dice: ‘Consultate quelli che evocano spiriti e gli indovini, quelli che sussurrano e bisbigliano’ rispondete: ‘Un popolo non deve consultare il suo Dio? Si rivolgerà ai morti a pro dei vivi? Alla legge! Alla testimonianza! Se il popolo non parla così non vi sarà per lui nessuna aurora!’»”.
“Allora, quelli che vanno dai maghi offendono Dio?”
“Sì, certamente. Anche per un altro motivo. Perché la Bibbia ci fa capire che, malgrado il fatto che alcuni credano di riuscire a parlare con i loro morti, o perfino di vederli, ciò non è vero. Queste ricerche, essendo vietate da Dio, sono il campo di Satana e dei demoni per ingannare le persone, facendo imitazioni e fornendo informazioni su cose che essi conoscono perfettamente, e che fanno credere che si stia parlando con i morti quando ciò non è vero.”
“Ma perché i demoni farebbero una cosa simile?” chiese Enrico. “Perché, per esempio, vorrebbero far credere al professore che sua figlia sta bene? Non sarebbe più logico che lo volessero far soffrire, se sono cattivi?”
“No, non credo. Il loro vero scopo è allontanare la gente dalla salvezza che si ha per mezzo della fede in Cristo. Perciò se una persona, come il bravo professore, si sente tranquillizzato, non cercherà la salvezza per sé, e la prossima volta che ha bisogno di una guida o di informazioni tornerà probabilmente dalla maga imbrogliona. Così diventerà sempre più coinvolto nel demonismo e andrà lontano da Dio.”
“Papà, ho visto sul giornale un avviso con il numero di telefono di un mago che risolve tutti i problemi. Anche lui lavora per il diavolo?” domandò Giuliana.
“Questo non te lo so dire. Ci sono anche tanti falsi maghi che fanno una farsa molto sapiente soltanto per prendere più soldi che possono dalla gente credulona e infelice. Quelli sono truffatori e basta. Però è meglio non andarci mai. O capiti dal truffatore, e allora sprechi i soldi, o capiti da quello che ha dei veri poteri, ma poteri maligni, e allora Dio ti giudicherà.”
“Papà, ti volevo domandare un’altra cosa”, disse Enrico. “Tu hai detto che Nonno è andato subito con Gesù. Ma la signora alla latteria ha detto che ha fatto tante preghiere per suo marito che sta in purgatorio. È vero?”
“Questa è una buona domanda, Enrico, perché tanta gente crede al purgatorio e fa dire delle messe e manda offerte agli orfani per aiutare i propri morti ad uscire dal purgatorio in cui soffrono molto.”
“Ma, il purgatorio, dov’è? E perché Nonno non c’è andato? Era tanto buono, vero Papà?” chiese Giuliana.

Il purgatorio non esiste?

“Ecco, per noi credenti evangelici, che crediamo soltanto a quello che è scritto nella Bibbia, la risposta è molto facile. Il purgatorio non esiste! È solo un’invenzione che, purtroppo, spesso invoglia la gente a pagare tanti soldi inutilmente.”
“Davvero, non esiste?” esclamò Enrico. “Ma tutti ne parlano. Da qualcuno l’avranno imparato!”
“Sì, lo so. Ma questa parola «purgatorio» non si trova neanche una volta in tutta la Sacra Bibbia. E non è mai stato detto da Gesù o da altri che chi muore con dei peccati possa pagare una parte della pena con le sue sofferenze e poi andare in paradiso.”
“Ma, allora, non esiste neanche l’inferno?” chiese Giuliana che si sentiva un po’ confusa e insicura dall’ultima risposta di Papà.
“No. Giuliana, sarebbe bello se l’inferno non esistesse” rispose Papà tristemente, “ma Gesù ne ha parlato!”.
“Allora, come può Dio essere buono e mandare le sue creature all’inferno?” Enrico sembrava ricordare che qualcuno gli aveva fatto la stessa domanda.
“La cosa bella che la Bibbia ci dice” rispose Papà, “è che l’inferno non è stato fatto per gli uomini”.
“Non è per gli uomini? Allora, per chi è?” domandò sorpresa Giuliana.
“Forse c’è andato il tuo gatto che è morto” disse ridendo Enrico.
“Non c’è niente da ridere, Enrico” intervenne Papà. “La Bibbia, per descrivere l’inferno, usa tante parole che fanno veramente rabbrividire.”
“Per esempio?”
“La Bibbia parla di «fuoco eterno», di «fuoco inestinguibile» e di «stagno di fuoco e zolfo». E dice che chi ci andrà sarà tormentato giorno e notte nei secoli dei secoli, cioè per sempre.”
“Meno male, allora” disse Enrico sollevato, “che gli uomini non ci vanno!”.
“Sì, ma allora, chi ci va?” domandò Giuliana.
“Non ho detto che gli uomini non ci possono andare” spiegò Papà. “Ho solo detto che non è stato fatto per loro.”
“Allora, per chi è stato fatto?”
“Gesù disse nel Vangelo che l’inferno è stato fatto per il Diavolo e per i suoi angeli, cioè per i demoni. Dunque, è stato fatto non per punire gli uomini, ma per punire chi ha fatto soffrire gli uomini e chi ha reso tanto triste questo mondo, ossia proprio il Diavolo.”
“E ben gli sta!” esclamò Giuliana.
“Ma, se è per il Diavolo, perché ci vanno anche gli uomini?” Enrico cercava ancora di vederci chiaro.
“Tutto il Vangelo è il racconto di come Dio ha provveduto per salvare gli uomini fino al sacrificio del proprio Figlio. Così nessuno deve andare all’inferno per forza. Però Gesù fece l’esperienza, che è stata ripetuta in ogni secolo della storia umana, che molti uomini NON accettano l’amore di Dio, lo respingono o insistono nell’andare per la propria strada.”
“E allora?”
“Allora, la Bibbia spiega con grande chiarezza, che chi ha dimostrato nella sua vita sulla terra che seguiva volontariamente il Diavolo e faceva le sue opere senza pentirsene, sarà giudicato da Dio degno di seguire il Diavolo anche nel suo destino eterno.”
“Vuoi dire nell’inferno, vero?”
“Sì, proprio così” rispose Papà. “Nell’Apocalisse, che è l’ultimo libro della Bibbia, è scritto: «Quanto ai codardi, agli increduli, agli abominevoli, agli omicidi, ai fornicatori, agli stregoni, agli idolatri e a tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno ardente di fuoco e di zolfo»”.
“Posso capire che dovrebbero andare all’inferno gli omicidi e altri di quelli che hai nominato, Papà. Ma perché tutti i bugiardi? Non ti sembra che l’inferno potrà essere molto pieno?” obiettò Enrico.

Perché non andiamo tutti all’inferno?

“Se ci andassero tutti quelli che lo meritano, ci andremmo tutti, Enrico” Papà rispose seriamente. “S. Paolo dice che abbiamo tutti peccato molte volte e tutti meritiamo il giudizio di Dio e la sua condanna.”
“Sì, Papà” disse Giuliana, “ma tu hai già detto che Nonno è andato subito con Gesù quando è morto. Allora lui era veramente buono. Forse non aveva neanche peccato!”.
“No, cara. La Bibbia dice che tutti hanno peccato, e questo comprende anche Nonno. Anche tu, Enrico e io e la mamma, abbiamo tutti peccato.”
“E dobbiamo tutti andare all’inferno?”
“Niente affatto! Gesù disse...”.
“Ecco, ho capito, Papà” interruppe Enrico. “Nonno è stato battezzato quando era bambino e così tutti i suoi peccati sono stati lavati via.”
“Ma, se è per questo, siamo tutti stati battezzati da bambini” ribatté Giuliana.
“Ragazzi, mi avete interrotto” Papà li corresse gentilmente. “Vi stavo spiegando che il Signore Gesù ha detto nel Vangelo di Giovanni: «In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a Colui che mi ha mandato, ha vita eterna, e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita»”.
“Cosa vuol dire?”
“Vuol dire che chi ha la vita eterna non ce l’ha perché è più buono degli altri, o perché è stato battezzato o per qualsiasi altra pratica o rito. Ma è soltanto perché...”.
“Penso di avere capito, Papà” interruppe di nuovo Enrico. “Tu vuoi dire che Nonno aveva ascoltato le parole di Gesù e aveva creduto veramente in Dio e aveva ricevuto il dono della vita eterna?”
“Sì. Anche S. Paolo ha detto che «il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore»”.
“Allora, se Nonno aveva la vita eterna, perché è morto?” chiese Giuliana.
“Quando la Bibbia parla di vita eterna, Giuliana, non parla di vita per sempre in questo corpo e qui sulla terra. L’apostolo Paolo ha detto che il nostro corpo è come una tenda provvisoria che si sciupa e in cui abitiamo solo per un certo tempo.”
“Allora, cos’è la vita eterna?”
“Ti ricordi quando Gesù andò incontro alle due sorelle del suo amico Lazzaro, che era da poco morto?”
“Sì.”
“Gesù disse a Marta: «Io sono la resurrezione e la vita. Chi crede in me, anche se muoia, vivrà, e chi vive e crede in me non morrà mai»”.

Come si fa a non morire mai?

“Certo, è molto difficile da capire” commentò Enrico. “Come faceva a dire che chi credeva in Lui non sarebbe mai morto, se il suo amico Lazzaro era morto proprio allora? E poi, se tutti i veri cristiani sono sempre morti lo stesso?”
“Enrico, qui Gesù parlava, come hanno parlato anche i suoi discepoli, di due tipi di morte. C’è la morte fisica e c’è la morte spirituale. Della morte fisica, cioè di quando l’essere umano lascia la sua «tenda» provvisoria, abbiamo già parlato. È la separazione del vero «io», della persona, dal suo corpo e perciò anche dal resto degli uomini.”
“E la morte spirituale, cos’è?”
“Appunto, Enrico, ci stavo per arrivare. La morte spirituale è lo stato in cui l’io dell’uomo, cioè la sua personalità, è separato da Dio e dalla comunione spirituale per cui Dio l’ha creato.”
“Allora, quando Gesù disse: «Chi crede in me, anche se muore, vivrà», stava parlando della morte fisica. Cioè, anche se chi crede in lui muore fisicamente, vivrà lo stesso, cioè sarà risuscitato.”
Papà sorrise. “È proprio così, Enrico. Sai spiegare anche la seconda parte dell’affermazione di Gesù?”
“Penso di sì” disse il ragazzo con una certa aria di importanza. “Quando Gesù disse: «Chi vive e crede in me, non morrà mai», stava parlando invece della morte spirituale. Cioè, quelle persone che credono in lui possiedono già la vita eterna e perciò non moriranno mai spiritualmente. È così?”
“L’hai spiegato molto bene. Allora, cosa dobbiamo concludere dalla nostra conversazione stasera? Che pensi, Giuliana? Enrico?”
“Per me” disse Giuliana con un sorriso, “io non sono più tanto triste che Nonno sia andato ad abitare con Gesù. E non mi dispiace troppo che lui non mi possa vedere. Perché ho capito che, un giorno, quando Gesù vuole, anch’io potrò andare da lui e staremo insieme per sempre.”
“La cosa più importante che io ho capito”, disse Enrico, “è che se vogliamo andare con Gesù in cielo, dobbiamo essere preparati qui sulla terra. Voglio dire, non saremo mai abbastanza buoni per meritarci il paradiso, ma se confessiamo i nostri peccati a Dio e se crediamo fermamente che Gesù è morto per noi e ci ha salvati, allora non morremo mai, spiritualmente”.
“Sì, veramente, questa è la cosa più importante. Non possiamo fare niente per i nostri morti, né loro possono fare niente per noi.
“Ma l’unica cosa che potrebbe renderli felici, se ci potessero vedere, o se potessero comunicare con noi, sarebbe il fatto che noi riceviamo il dono di Dio che è la vita eterna, che Dio ci offre gratuitamente.”
“Papà, tu veramente ci sai spiegare tutto molto bene!” disse Giuliana. “E tutta la nostra famiglia andrà in cielo!”

COSA DICE LA BIBBIA?

Perché moriamo?
“Siccome per mezzo di un sol uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato v’è entrata la morte, in questo modo la morte è passata su tutti gli uomini perché tutti hanno peccato...” (Romani 5:13).

I morti ci vedono?
“I viventi sanno che morranno, ma i morti non sanno nulla” (Ecclesiaste 9:5).

Perché non comunicare con i morti?
“Le cose occulte appartengono all’Eterno, al nostro Dio, ma le cose rivelate sono per noi e per i nostri fìglioli, in perpetuo, perché mettiamo in pratica tutte le parole di questa legge” (Deuteronomio 29:29).
“Non si trovi in mezzo a te ... chi eserciti la divinazione, né pronosticatore, né augure, né mago, né incantatore, né chi consulti gli spiriti, né chi dica la buona fortuna, né negromante; perché chiunque fa queste cose è in abominio all’Eterno...” (Deuteronomio 18:10-12).

Perché dobbiamo basarci sulla Bibbia?
“Nessuna profezia della Scrittura procede da vedute particolari; poiché non è dalla volontà dell’uomo che venne mai alcuna profezia, ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti per mezzo dello Spirito Santo” (2 Pietro 1:20,21).

Dove vanno i morti?
“E questi [gli empi] se ne andranno a punizione eterna, ma i giusti a vita eterna” (Matteo 25:46).

Chi va all’inferno?
“Allora dirà anche a coloro alla sinistra: «Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli!»” (Matteo 25:41).
“E il diavolo che le aveva sedotte fu gettato nello stagno di fuoco e di zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta; e saranno tormentati giorno e notte, nei secoli dei secoli” (Apocalisse 20:10).
“Ma quanto ai codardi, agli increduli, agli abominevoli, agli omicidi, ai fornicatori, agli stregoni, agli idolatri e a tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno ardente di fuoco e zolfo, che è la morte seconda” (Apocalisse 21:8).

Chi va in cielo?
“In verità, in verità io vi dico: Chi ascolta la mia Parola e crede a Colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita” (Giovanni 5:24).

Saremo come Gesù dopo la morte?
“Il corpo è seminato corruttibile e risuscita incorruttibile; è seminato ignobile e risuscita glorioso; è seminato debole e risuscita potente; è seminato corpo naturale e risuscita corpo spirituale” (1 Corinzi 15:42-44).
“Come abbiamo portato l’immagine del terreno [Adamo], così porteremo anche l’immagine del celeste [Cristo]” (1 Corinzi 15:42).
“Ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo a faccia a faccia; ora conosco in parte; ma allora conoscerò appieno, come sono stato appieno conosciuto” (1 Corinzi 13:12).

Riconosceremo i nostri cari?
“Il Signore stesso, con potente grido, con voce d’arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e i morti in Cristo risusciteranno i primi; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo insieme con loro rapiti sulle nuvole, a incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre col Signore” (1 Tessalonicesi 4:16,17).

Perché alcuni saranno condannati?
“Chi crede in Lui [Cristo] non è giudicato; chi non crede è già giudicato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figliolo di Dio” (Giovanni 3:18).
“Chi crede nel Figliolo ha vita eterna; ma chi rifiuta di credere al Figliolo non vedrà la vita, ma l’ira di Dio resta sopra lui” (Giovanni 3:36).

Come prepararsi alla morte?
“Dio che è ricco in misericordia, per il grande amore del quale ci ha amati, anche quando eravamo morti nei falli ci ha vivificati con Cristo ... E per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi, è il dono di Dio. Non è in virtù di opere, affinché nessuno si glori” (Efesini 2:4,5,8,9).
“Iddio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figliolo, affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16).
“La testimonianza è questa: Iddio ci ha dato la vita eterna e questa vita è nel suo Figliolo. Chi ha il Figliolo ha la vita; chi non ha il Figliolo non ha la vita. Io vi ho scritto queste cose affinché sappiate che avete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figliolo di Dio” (1 Giovanni 5:11-13).
“Gesù disse: «Io sono la resurrezione e la vita. Chi crede in me, anche se muoia, vivrà. E chiunque vive e crede in me, non morrà mai. Credi tu questo?»” (Giovanni 11:25,26).