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Impara l'arte

Timidezza, che disastro!

“Senso per lo più abituale di disagio, provocato da timore o pudore o soggezione, che si traduce in un comportamento esitante e impacciato o, talora, scontroso”. Così il dizionario Devoto-Oli definisce la timidezza.

L’abbiamo provata, penso, tutti una volta o l’altra e spesso ci ha fatti arrabbiare con noi stessi.
La timidezza ci fa arrossire. Ci fa sudare. Ci porta a balbettare. A fare gesti meccanici come aggiustarci continuamente una ciocca di capelli, o girare la fede matrimoniale attorno al dito. E soprattutto ci rende impacciati nelle nostre reazioni col prossimo.
A volte, per coprirla ci chiudiamo nel silenzio e passiamo da orgogliosi. Altre volte ci fa fare delle risatine sciocche, per cui sembriamo un po’ cretini, o ci fa dare delle risposte maleducate di cui ci pentiamo. Altre volte ci fa stare chiusi in casa, mentre gli amici escono. Oppure ci impedisce di fare un gesto di gentilezza verso qualcuno.
Per giustificarci, diciamo che siamo introversi. A proposito, sapete come si fa a scoprire se un finlandese è invece estroverso? Se, mentre ti parla, guarda le tue scarpe, invece delle sue! Ce lo ha detto Erkki, il nostro grafico che è, per l’appunto, finlandese.
Ma torniamo al punto. Che fare della timidezza che non è una qualità da coltivare, ma da vincere? Anche l’Apostolo Paolo diceva a Timoteo, che probabilmente era timido per natura, che lo Spirito Santo lo poteva aiutare.
Ho raccolto alcuni consigli che mi sembrano utili. Eccoli.

Fanne un soggetto preciso di preghiera

Non vale molto dire: ”Signore, aiutami a non essere timido”. È meglio essere specifici. Tipo “Oggi devo dire due parole per introdurre la riunione del gruppo di preghiera. Signore aiutami a non perdere il filo e a non sudare.”

Decidi che vuoi superare la timidezza

Come in tutte le cose, si parte soprattutto da una convinzione della mente. Se non è una qualità buona, la voglio superare.

Adotta la politica dei piccoli passi

È inutile fare piani irragionevoli di grandi aperture. Meglio pianificare un piccolo gesto di amicizia al giorno. Per esempio: dirò a un’amica che mi piace il suo vestito. Chiederò a un collega come sta sua moglie. Proporrò a un amico di uscire per un gelato senza aspettare di essere invitato.

Scrivi un biglietto

Sai che un compagno di scuola festeggia il compleanno, ma sei troppo timido per dirgli “auguri!”. Scriviglielo.
Ti è piaciuta la predica in chiesa, ma non hai il coraggio di dire che ti ha fatto del bene? Scrivilo su un biglietto e dallo a chi ha predicato.

Chiedi l’aiuto in preghiera di un amico fidato

“Devo essere interrogato. Non vorrei impappinarmi. Prega che non diventi rosso.”

Chiedi la presenza di un amico, per un progetto anche piccolo

“Vorrei fare una visitina alla tale all’ospedale. Vieni con me? Dovrei chiedere scusa per una parola poco gentile che ho detta. Mi vuoi stare vicino?”
Se qualcuno ti fa delle richieste simili, prendile sul serio. Aiuta i tuoi amici e incoraggiali. Non prenderli MAI in giro.
E se, da principio, non riesci bene nei tuoi tentativi di uscire dalla timidezza? Riprovaci e non mollare.
Riuscirai!