log in

Impara l'arte

Per cortesia!

“Prima di tutto io rendo grazie per tutti voi...”. “Io rendo del continuo grazie all’Iddio mio per voi...”. “Salutate Rufo, l’eletto del Signore e sua madre... Maria che si è molto affaticata per voi... la cara Perside... Trifene e Trifosa...”.

La cortesia dell’apostolo Paolo era incredibile. Aveva sempre una parola di ringraziamento e di incoraggiamento per i fratelli che lo avevano aiutato, ospitato, sorretto. Sottolineava lo zelo di uno, la generosità di un altro, la prontezza a servire di un altro ancora. Esortava, sosteneva.
E anche se doveva riprendere e sgridare, lo faceva con lagrime e grande sapienza.
Oggi l’arte del ringraziamento e della gentilezza si va dileguando come la nebbia al sole e è un gran peccato. Perciò butto giù qualche idea, in caso che qualcuno ne abbia bisogno...

In casa

Cominciare la giornata dicendosi un bel “buongiorno!” con un gran sorriso. Naturale? Macché! Lo noto in tante famiglie: l’abitudine di salutarsi, di abbracciarsi, di dire qualcosa di positivo si sta perdendo.
Come quella di dire “grazie”, “per piacere”, “scusa”.
E attenzione alla voce, perché dal suo tono si intuiscono l’arroganza, l’impazienza, il disprezzo, l’indifferenza, cose che non dovrebbero esistere in casa dei credenti.
Esprimere verbalmente apprezzamento per il cibo, per un lavoro fatto bene, per una camicia ben stirata, per una gentilezza ricevuta, per un mazzo di fiori che decora la stanza.
Non ci vuole niente: basta pensarci.

Con gli amici

Telefonare se si è in ritardo per un appuntamento, se si deve disdire una visita. Interessarsi della salute, chiedere se una visita dal dottore ha avuto un buon esito. Offrire un piccolo servizio.
Ricordare quello che a qualcuno piace e fare ogni tanto un piccolo regalo.
Ringraziare per un invito a cena con un biglietto. Ringraziare per un regalo che ci viene fatto (anche se non ci piace).
Avere il coraggio di dire “ti voglio bene” a uno che si sa che ha dei problemi.

Coi fratelli di chiesa

Notare quello che gli altri credenti fanno e offrire una parola di lode.
Sottolineare un servizio fatto con cura e fedeltà.
Incoraggiare chi ha predicato o presieduto, dicendo che un certo pensiero ci ha fatto del bene e ci ha aiutati.
Prestare un libro che può essere utile.
Pare che tre complimenti onesti al giorno facciano bene a chi li riceve, a chi li fa e a chi li vede fare. Io so che mi incoraggiano e mi spronano a fare meglio.
E, mi raccomando, se qualcuno una volta vi dice “bravo!” non dategli una pia doccia fredda dicendo: “Bravo è solo il Signore!”. Piuttosto ditegli “grazie” e fategli un bel sorriso.