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Impara l'arte

Mio zio mi ha abusata

La persona che ti avvicina, la conosci bene. Sai che è un tipo fragile emotivamente.
Le hai citato dei versetti appropriati, hai ascoltato con attenzione quello che ti ha raccontato, hai dato dei consigli saggi e le hai proposto di fare con lei una serie di studi biblici. Nell’insieme, il tutto promette molto bene.
Un giorno, ti rendi conto che, invece di fare lo studio, ha voglia di parlare.

“Devo dirti qualcosa, ma deve restare fra noi. Quando ero ragazzina, mio zio ha approfittato della mia inesperienza e innocenza, e ha abusato di me. Non è andato fino in fondo sessualmente, ma quello che ha fatto mi pesa, mi torna alla mente, mi turba e mi fa sentire terribilmente sporca. Che devo fare?”
Tu sai chi è lo zio e vorresti subito alzare la cornetta del telefono per chiamare i carabinieri e farlo arrestare.
Ma per quello ci vogliono denunce e documenti.Ma, soprattutto, senti una grande responsabilità verso la giovane donna, che sta seduta davanti a te e singhiozza disperatamente confusa.Onestamente, non sai come aiutarla, perché non sai come affrontare soggetti così delicati e difficili.Se una situazione simile non ti si è ancora presentata, probabilmente, una volta o l’altra ti capiterà. Che fare?

Evita le banalità

Frasi pie del tipo “il Signore è più grande di ogni problema” o battute umane come “Mettici una pietra sopra, e vai avanti con la tua vita, è una faccenda passata e tu hai tutto il futuro davanti a te” non aiutano. È vero che il Signore è più grande dei problemi, ma se questi non si affrontano, rimangono. E le pietre messe su vecchie piaghe non fanno che aumentare il putridume che c’è sotto.

Confessa la tua incapacità di affrontare un problema così serio,

proponi immediatamente un tempo di preghiera. Chiedi che la persona interessata trovi pace e che insieme possiate trovare una soluzione.

Proponi di chiedere aiuto a qualcuno che sia più maturo spiritualmente.

Non c’è mai da vergognarsi nell’ammettere onestamente la propria incapacità.
“Se permetti, ne parlo con mio marito o mio padre o il tale anziano o la tale sorella. Non spiegherò tutti i fatti, ma mi faccio consigliare su come agire. Ti assicuro che tutto resterà fra noi.” Oppure: “Se fossi in te, ne parlerei con gli anziani. Se vuoi, vengo con te quando glielo dici”. Suggerimenti così sono di grande aiuto e, di solito, sono accettati.

Accompagna nel percorso.

Se la persona vuole avere una conversazione col pastore della chiesa o un anziano, e ne ha piacere, accompagnala.
Prega prima dell’incontro e evita di intervenire nel colloquio. Non fare commenti negativi, se ti sembra che l’aiuto non sia stato adeguato.

Se possibile, indica una persona professionalmente preparata e proponi un appuntamento preciso.

Non ci sono molti psicologi credenti e ben preparati biblicamente, ma forse ne conosci uno. Vedi di contattarlo.
A volte, solo chi ha studiato le malattie della psiche sa come aiutare veramente una persona che ha sofferto certi traumi. Nel caso che uno o più colloqui fossero possibili, non cercare di interferire.
Portati un libro da leggere e aspetta in anticamera.

Continua a essere disponibile se necessario.

Certe ferite non guariscono immediatamente. Ci possono essere anche lunghi periodi di magra spirituale e momenti di grave scoraggiamento in chi è stato abusato.
A volte, la persona sarà restia a accettare e a seguire i consigli di chi vuole aiutarla. A volte, passerà periodi di paura o ribellione. Non scoraggiarti: continua a pregare e a spingere verso il traguardo della guarigione. E, durante il percorso, impara più che puoi. Ti sarà utile in futuro.