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Se la situazione è critica...

La chiesa è la famiglia di Dio. Una relazione molto bella, che parla di intimità, di calore e di fiducia reciproca. Ma, come ogni cosa, ha il rovescio della sua medaglia.

Non esiste famiglia umana, anche la migliore e la più affiatata, in cui ogni tanto non si manifesti qualche screzio o incomprensione. E non c’è chiesa in cui qualche membro, occasionalmente, non si scontri con un altro. O perché non la vede nello stesso modo, o perché si è sentito trascurato, dimenticato, offeso. O perché si trincera dietro al classico: “In questa chiesa manca l’amore”.

E qui sta il rovescio della medaglia.
Invece di adottare la soluzione biblica che porterebbe a affrontare la persona che ci ha feriti o che afferma di essere stata ferita da noi e ristabilire l’armonia per mezzo di una spiegazione onesta, perdonandosi a vicenda, si preferisce criticare.
Se ne parla con questo e con quello e il malumore si spande. Dato, poi, che nelle chiese di solito ci sono membri della stessa famiglia umana, sorgono una certa lealtà di clan e uno spirito di corpo molto pericolosi e dannosi.

Che si deve fare?
  • Se la critica, che ci viene comunicata, non ci riguarda personalmente, rifiutiamo categoricamente di ascoltarla. Così non avremo neppure la voglia di parlarne con altri.
  • Se riguarda un nostro parente, o un amico del cuore, non decidiamo immediatamente che la persona in causa non possa avere sbagliato. I membri della nostra famiglia non sono né infallibili né immuni da debolezze. Facendo domande appropriate, a volte, si può aiutare a ridimensionare la questione. E, certo, a capire di più.
  • Se non vediamo soluzioni in vista, offriamo di andare insieme a parlare con la persona che è oggetto di critica, senza prendere le parti a priori di nessuno e cercando di promuovere la pace.
  • Se l’offerta di aiuto non è accettata, dichiariamo che ne parleremo con le guide della chiesa che sono responsabili della salute spirituale dei membri che Dio ha loro affidati. Il criticato è parente di uno dei responsabili? Pazienza. Si procede nello stesso modo.
E se è il “criticato” quello che viene a confidarsi con noi?
  • Incoraggiamolo a esaminare se non ci sia una parte di verità nella critica. Di solito i malumori non nascono dal niente. Anche se il 99% di torto è da una parte, rimane sempre da considerare quel piccolo 1% che potrebbe essere cambiato.
  • Consigliamolo di parlare con chi lo critica per scoprire che cosa potrebbe essere modificato o abbandonato.
E se il criticato sei tu?
  • Se sai da che persona è partita la critica, affrontala dopo avere abbondantemente pregato. Non metterti sulla difensiva, chiedi perdono e fai la domanda: “Allora, che cosa proponi per aiutarmi a fare meglio?”.
  • Se non sai da chi è venuta la critica, fatti un bell’esame di coscienza; qualcosa da cambiare lo troverai sempre. E poi vai avanti.