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Impara l'arte

Parlare in parabole

“Stasera, scriverete voi una parabola!” ho annunciato a un gruppo di donne, durante un convegno, dedicato appunto allo studio delle parabole. 

Molti visi dubbiosi si sono concentrati su di me. “Scherzi? Noi scrivere una parabola? Non siamo capaci!”
“Sì, proprio voi. Riuscirete benissimo. Potete raccontare un piccola storia per insegnare l’onestà ai figli, la sincerità nelle relazioni di famiglia, l’importanza di lavorare con ordine e di leggere la Bibbia con attenzione. Fate voi! Avete 20 minuti a disposizione. Quando avrete finito, leggeremo insieme i vostri prodotti.”
Non ci crederete, ma sono venute fuori delle bellissime riflessioni, con applicazioni bibliche appropriate. E non sono neppure mancate risate fino alle lacrime.

Studiare le parabole è affascinante, tenendo conto dell’ambiente in cui sono state raccontate e scritte, di chi le ha raccontate e a chi erano rivolte. Senza tirare fuori applicazioni strampalate e scoprire tipologie assurde, come a volte succede, è importante rimanere coi piedi a terra. Esattamente come faceva il Signore.
Provateci nel vostro gruppo di giovani o adolescenti. Questo è un LINK a un articolo utile con dei consigli pratici su come interpretare le parabole. Potrebbe essere utile, forse, leggere, insieme col gruppo, l’articolo come base. Dopo qualche lezione data da voi, mettete alla prova i ragazzi e incoraggiateli a inventare una loro parabola.

Come in ogni gruppo di studio è importante ...

Rassicurare
Alcuni sono restii perché hanno paura di fare brutta figura. Se uno rimane col foglio bianco, non fate storie. Vedendo come hanno fatto gli altri, ci proverà un’altra volta.

Creare familiarità
Se uno scrive qualcosa di incomprensibile o poco appropriato, sorridete e sorvolate. Magari chiedetegli di spiegare la morale che voleva insegnare.
Forse eravate voi che non avevate capito.

Non scoraggiare, se tutto non è perfetto
“Chi ha scoperto l’America?” ha chiesto una maestra. “Giulio Cesare!” ha risposto trionfante un bambino. “È stato un buon tentativo, ma Giulio Cesare era un Generale Romano.Chi ha un’altra idea?
“Cristoforo ....” suggerisce la maestra.
“Adesso lo so!” dice trionfante il bambino che aveva nominato Giulio Cesare. “Cristoforo Piccione!”
“Colombo” conclude la maestra. E aggiunge: “Sono sicura che così lo ricorderete!”
Nessuno vuol fare un brutta figura. E in ogni situazione c’è qualcosa di buono da dire.

Permettere di variare stile
Forse uno vorrà scrivere una poesia. Forse un altro si cimenterà con un fumetto. O, un altro ancora, preferirà cavarsela con una battuta o un proverbio. L’importante è incoraggiare a creare.

Lodare sempre
A Roma dicono che nessuno “nasce imparato”. Bisogna studiare e lavorare. Ma chi vi dice che nel vostro gruppo non ci sia un giovane Esopo in erba?