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Impara l'arte

Cantare, non solo col cuore

“Non puoi immaginare quanto mi sentivo stupido, stasera, con davanti cinque ragazzetti mentre gli insegnavo a guidare un canto, in una riunione della chiesa.

“Sai, a battere il tempo —un, due, tre, quattro — e a pronunciare bene le parole.”

Chi mi parlava era un giovane servitore del Signore che si curava dei suoi figli e di alcuni altri ragazzi, ai quali, oltre a insegnare la vita cristiana, cercava di inculcare alcuni elementi pratici per partecipare alle attività di chiesa.
Che, con un paio di lauree sul groppone e un buon bagaglio di teologia, si sentisse un po’ frustrato, non lo metto in dubbio. Ma oggi, alcuni di quei ragazzetti servono con efficacia il Signore a pieno tempo, come si suol dire, o sono membri attivi nelle loro comunità.
Evidentemente non ha perso il suo tempo.

L’arte di guidare il canto in una chiesa, in un gruppo di giovani, si deve imparare. Non basta avere orecchio e avere buona volontà.

Scegliere i canti, avendo i lucidi o l’innario pronti. Se si usa un computer fare delle prove prima dell’inizio della riunione.
Non è sbagliato avere un tema e annunciarlo e spiegarne brevemente il perché.
Se il canto ha parole difficili, è utile spiegarle. Sarà cantato con più consapevolezza.
Dire quante strofe si canteranno e se è un piccolo coro, avvisare quante volte sarà ripetuto.

È sottinteso, ma non sempre praticato, che si dovrebbe conoscere qualche elemento di musica e saper seguire le note e il tempo.
Non si deve necessariamente essere allievi del Conservatorio, ma si deve sapere quando cominciare, se c’è un accompagnamento e seguire bene il ritmo, battendolo con sicurezza — il famoso un, due, tre, quattro — almeno durante la prima strofa.

Cantare forte e sicuri. Senza mettersi in mostra, ma anche senza fare i finti timidi e scusandosi dicendo che si è rauchi. Se si ha il raffreddore, si cede il posto a un altro che non lo ha.

Guardare la gente in viso mentre si dirige il canto. Non affondare lo sguardo nell’innario, o torcersi il collo guardando di fianco il proiettore o, all’indietro, lo schermo.

Chi guida, deve guidare. Non farsi guidare da chi canta.
Se un canto è solenne si canta lento. Se è gioioso si incoraggia a cantare con gioia.

Variare la scelta dei canti. Per certe persone, se l’innario contenesse dieci canti, gli basterebbero. Propongono sempre gli stessi.

Assicurarsi di come va la melodia se si propone un canto sconosciuto. E essere preparati a cantarlo quasi da soli, se necessario, almeno la prima strofa.

E ora: musica, Maestro!