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Impara l'arte

Ospitare o invitare?

Quando si avvicinano le feste, abbiamo tutti modo di aprire la nostra casa a parenti, conoscenti e fratelli della chiesa. Alcuni si trattengono dall’invitare perché la casa è piccola, o il sofà non è nuovo o le tende del salotto sono scolorite. Ma non fanno bene a pensarla così.

L’ospitalità è uno dei ministeri più belli ed è addirittura nell’elenco delle qualifiche degli anziani che guidano la chiesa.

Quando si ospita si ha la gioia di rivedere o di stare con degli amici e si ha la possibilità di fare del bene. L’ospitalità significa calore, distensione, disponibilità.

L’ospitalità non è un invito di convenienza. Non cerca di fare bella figura con la tovaglia di pizzo, i piatti del servizio buono, antipasto, uno o due primi elaborati e così via. Oltre a presentare una padrona di casa stanca e su di giri, in un’atmosfera un po’ di imbarazzo e di apprensione generali, soprattutto se ci sono bambini.

Che succederà se Danielino verserà un bicchiere di latte? O se Rosanna rifiuterà di mangiare qualcosa un po’ fuori del normale? E se l’arrosto fosse un po’ stopposo? E se lo sformato si “sedesse” prima di essere portato in tavola?
Perciò, certi inviti elaborati, facciamoli solo se necessario e mandiamo i bambini dai nonni.

Ma l’ospitalità esercitiamola alla grande.

Perché sia un piacere, ci vuole qualche accorgimento per semplificarsi la vita.

Pensare - Decidere fra coniugi: quanta gente possiamo invitare senza che la casa diventi davvero troppo piccola? Quanto possiamo spendere? Qual è il giorno più adatto?

Pianificare - Scegliere le persone. Abbinare un chiacchierone con una persona più taciturna. Una coppia con bambini con qualche single. Una coppia o due di persone anziane. Delle persone che hanno fatto un convegno per famiglie in modo che si ritrovino.
Una coppia di credenti e una coppia di non credenti. Non sperare che, invitando un missionario, questo ti converta il figlio ribelle o la figlia che vuole sposare un non credente.

Praticità - Preparare cibi semplici e facili da mangiare (tipo pasta corta per gli stranieri, in modo da non avere lo strazio di vederli tagliuzzare gli spaghetti). Non cuocere cibi in quantità industriale (i mariti non sono sempre felici di mangiare avanzi riscaldati per tre giorni).
Se ci sono bambini, evitiamo i cibi esotici. Con fettine panate e pasta si va sempre sul sicuro.
Non usare i piatti e i bicchieri buoni. Assegnare i posti in modo che i genitori si tengano vicini i figli. Usare tovaglioli di carta.
Se si sa che uno degli invitati ama un certo cibo o un certo tipo di pane o di sottaceti, mettiamoli in tavola. Sarà una piccola attenzione che indica premura e amore.

Buon gusto - Un piccolo vaso con fiori in mezzo alla tavola, o una candela o un piccolo centro-tavola poco ingombrante daranno un tocco speciale e non richiedono sforzi speciali.

Fiducia - L’ospitalità è comandata dal Signore, fa piacere e, forse, ospiteremo degli angeli (Ebrei 13:1,2)!