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La Voce del Vangelo

La VOCE marzo 2020

Andate! Predicate!

Le temperature cominciano a salire e si avvicina il momento di fare il cambio stagione. Alcuni vestiti degli anni passati non li indosseremo più. Si ha voglia di qualcosa di nuovo.

Anche nella vita cristiana ci sono stagioni che si susseguono e introducono nuovi modi di fare. Un tempo bastava una chitarra, e la chiesa cantava col suo innario in mano. Ora ci sono i gruppi di lode, i testi proiettati e altri effetti speciali per rendere l’esperienza più intensa e forte.

Ma ci sono cose che sono insostituibili.

Pensa per esempio a come ciascuno di noi è venuto alla fede. È perché qualcuno ci ha parlato o fatto leggere qualcosa su Cristo. 

Qualcuno ci ha evangelizzato! E questo non può essere né trascurato né sostituito da altro.

Può darsi che non si facciano più campagne con la tenda, con il megafono in mano in piazza o con lo sketch board. Ma il bisogno della gente di sentire il vangelo non è affatto passato né è diminuito. 

Quest’anno non relegare la tua responsabilità di evangelizzare a qualche GIF, e nemmeno alle frasi fatte su facebook o instagram. La parola stampata non è soggetta agli algoritmi dei social in modo da scomparire sotto nuovi post ogni minuto che passa. Rimane nel tempo e può essere riletta più volte. 

In questo numero della VOCE ti presentiamo il nuovo opuscolo per la distribuzione. Leggilo e fallo conoscere ai responsabili della tua chiesa.  

Costringetegli a entrare

“Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente” (Matteo 28:18-20).

Il grande mandato che Gesù ha dato ai suoi discepoli non era legato solo a quell’epoca apostolica, ma è quanto mai attuale ancora oggi.

È un comando chiaro accompagnato da due verità. La prima è che questa missione è possibile proprio perché Gesù ha il potere per renderla fattibile. La seconda è che quando obbediamo non siamo mai soli perché Egli è con noi.

Il pensiero di dover evangelizzare, però, potrebbe farci prendere da un certo sconforto, e forse anche da un senso di disagio. 

Quanto ammiro le persone che riescono a parlare con chiunque, che fanno amicizia con tutti! Io non sono così. Per rompere il ghiaccio posso certo parlare di cose banali, ma quando è il momento di virare il discorso verso questioni spirituali, mi trovo a non saperlo fare facilmente e con naturalezza. Ed ecco che la conversazione si arena sulla spiaggia del disinteresse del mio interlocutore.

So di non essere l’unico ad avere questi pensieri. 
D’altra parte, ho conosciuto credenti che conversano con tanta disinvoltura di tutto, ma che non arrivano mai a parlare della fede.

La costruzione grammaticale del comando di Gesù nel testo greco fa capire che l’evangelizzazione dev’essere uno stile di vita. Infatti, “andate” sarebbe tradotto meglio con “mentre andate”. “Mentre vivete la vostra vita di tutti i giorni” parlate del vangelo ed esortate le persone a credere. 

Il comando però non si ferma lì. Non è sufficiente che proclamiamo solo il vangelo. 

Quando dice di battezzare le persone è implicito che la persona si sia prima convertita. E dopo il battesimo bisogna addestrare il credente, e insegnargli a osservare tutte le cose comandate da Gesù. Si inizia col vangelo e si continua con il discepolato.

Eh già, è un compito impegnativo, e non ce ne liberiamo con la scusa di essere introversi né perché ci sentiamo impreparati a dare risposte precise alle domande difficili della gente. 

Se è una questione di indole, dobbiamo lavorare sul nostro carattere, e se è una questione di impreparazione, allora dobbiamo prepararci. 

Qualsiasi sia l’ostacolo che ci frena non ne facciamo una scusa, ma prendiamolo come una sfida, e chiediamo al Signore di aiutarci. È proprio questo il motivo per cui Gesù ha premesso e concluso il suo comando con le due verità: la potenza è sua, e Lui è con noi!

Trovo interessante il fatto che non esista un lasso di tempo prima che questo comando ci tocchi personalmente. È nostra responsabilità parlare di Cristo sin dal momento che cominciamo il nostro cammino con Lui. 

Non è necessario sapere tutto per essere testimoni efficaci come dimostra la storia dell’uomo nato cieco in Giovanni capitolo 9. Mentre cresciamo nella conoscenza di Dio e della sua Parola anche la nostra testimonianza diventerà più matura.

Il periodo subito dopo la conversione è particolarmente bello: c’è la gioia di essere perdonati e riconciliati con Dio, c’è la scoperta della Bibbia e della sua forza trasformante in noi, c’è la sorpresa di un nuovo tipo di amicizia con gli altri membri della chiesa locale. Non stupisce allora l’entusiasmo dei nuovi credenti nel parlare della loro fede con parenti e amici. 

Qualche volta lo si fa con troppo impeto e si rischia qualche litigata, ma c’è da domandarsi come mai col tempo quella passione e quel senso di urgenza calino. 

L’indifferenza e il rigetto, specie dei nostri cari, sono secchiate d’acqua che tendono a spegnere la fiamma dell’entusiasmo. Nessuno vuole sentirsi criticato, deriso, o essere causa di litigi per certi discorsi. 

Alcuni pensano che l’alternativa sia vivere da testimoni silenziosi. Una vita conforme alla Parola di Cristo è senza dubbio indispensabile per una fede coerente e autentica. 

Ma amare il nostro coniuge, i genitori e i figli, lavorare con attenzione e correttezza, usare un linguaggio pulito e controllare le nostre reazioni NON sono il vangelo. Ci sono molte brave persone che si comportano in modo altrettanto esemplare pur non essendo credenti. 

Un credente che si limita a testimoniare solo col suo comportamento diventa al massimo un esempio morale. 

Vivere da testimone silenzioso ha uno scopo preciso: la conversione delle anime. Il comportamento onesto può aprire delle porte e spianare la via al messaggio parlato. “Siate sempre pronti a rendere conto della speranza che è in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni. Ma fatelo con mansuetudine e rispetto, e avendo una buona coscienza; affinché quando sparlano di voi, rimangano svergognati quelli che calunniano la vostra buona condotta in Cristo” (1 Pietro 3:15,16). 

Ci vogliono anche le parole, non bastano i fatti.

Evangelizzare la famiglia

Gesù aveva detto che i discepoli sarebbero stati i suoi testimoni in tutto il mondo fino alle estremità della terra (Atti 1:8). Non voglio sembrare poco serio, ma hai pensato che il nostro mondo ha la forma di  un globo, e che le estremità si toccano proprio lì dove ti trovi? Portare il messaggio della salvezza al mondo comincia quindi in famiglia.

Se siamo genitori, la nostra prima responsabilità sono i figli. 

Si comincia subito, quando sono ancora piccolissimi, e si continua fino a che non ne abbiamo la possibilità. 

All’inizio si fa la “pre-evangelizzazione”, cioè si insegna loro la differenza tra il giusto e lo sbagliato, e che ogni disubbidienza ha le sue conseguenze. (La punizione dev’essere proporzionale alla disubbidienza, arrivare puntuale ed essere sufficientemente dolorosa per raggiungere lo scopo del Proverbio 13:24). 

Al contempo, sin da piccoli, bisogna anche insegnargli la verità del vangelo. Per fare questo è molto buono stabilire dei tempi speciali in famiglia, in cui si affrontano questioni spirituali ma, come ricorda Deuteronomio 6, è qualcosa da fare tutto il tempo, non solo in quei momenti particolari.

“Tu amerai dunque il SIGNORE, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima tua e con tutte le tue forze. Questi comandamenti, che oggi ti do, ti staranno nel cuore; li inculcherai ai tuoi figli, ne parlerai quando te ne starai seduto in casa tua, quando sarai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, te li metterai sulla fronte in mezzo agli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle porte della tua città.”

Per i figli adulti, e per altri membri grandi della famiglia, vale lo stesso principio che Pietro dà alle mogli di mariti non credenti: una volta spiegato il vangelo, bisogna viverlo. “Anche voi, mogli, siate sottomesse ai vostri mariti perché, se anche ve ne sono che non ubbidiscono alla parola, siano guadagnati, senza parola, dalla condotta delle loro mogli, quando avranno considerato la vostra condotta casta e rispettosa. Il vostro ornamento non sia quello esteriore, che consiste nell’intrecciarsi i capelli, nel mettersi addosso gioielli d’oro e nell’indossare belle vesti, ma quello che è intimo e nascosto nel cuore, la purezza incorruttibile di uno spirito dolce e pacifico, che agli occhi di Dio è di gran valore” (1 Pietro 3:1-4).

In ogni caso, chiediamo a Dio di creare opportunità di parlare in modo chiaro, e di darci la saggezza di coglierle. 

Nulla è più devastante dell’affermare di essere credenti ma vivere una vita disordinata in cui le priorità spirituali sono inesistenti o contano poco.

La sfera di influenza

Queste sono le persone che Dio ha messo intorno a noi e con cui interagiamo con una certa regolarità. Alcuni sono amici intimi, altri conoscenti di vari gradi.

Forse sanno che siamo evangelici, ma non gli abbiamo mai spiegato cosa vuol dire essere credenti. E forse proprio perché li vediamo molto spesso, non sentiamo molta urgenza per affrontare discorsi sull’eternità con loro. Eppure, né loro né noi abbiamo garanzie di un altro giorno di vita.

Un modo semplice per (ri)aprire un dialogo con loro è invitarli agli incontri con la chiesa. Le attività speciali quali cene di coppie, pic nic all’aperto, tornei di calcetto, concerti e rappresentazioni sono ottime opportunità per avere un primo approccio con la chiesa locale. Possono osservare con i loro occhi quell’amore tra i credenti da cui saremo riconosciuti come seguaci di Gesù. 

E, cosa fondamentale, potrebbero essere esposti alla predicazione sulla salvezza!

Ma c’è un altro gruppo da raggiungere…
Sono le persone che non conosciamo, gli estranei. Sono quelli forse più difficili, perché non hanno nessuna remora a far vedere la loro indifferenza, e a volte anche l’ostilità che hanno verso Dio.

La realtà però è che ci sono tante persone disperate che hanno bisogno del vangelo, persone che non sappiamo neanche riconoscere.

Dio ci ha chiamato a raggiungere anche loro. 

L’Associazione Verità Evangelica, che pubblica La VOCE del Vangelo e altri volantini e opuscoli da oltre 60 anni, è stata fondata proprio per raggiungere anche queste persone.

Negli anni, centinaia di migliaia di volantini sono stati distribuiti con l’aiuto di molti, e migliaia di libretti e foglietti sono stati messi nelle mani di altrettante persone. Ne è valsa la pena? Ha funzionato?

Noi siamo convinti di sì! Dio ha parlato alle persone disperate di tutti i tipi. Abbiamo avuto il privilegio di conoscere alcune di loro, altre forse le conosceremo nel cielo, ma intanto abbiamo svolto il compito che Dio ci ha dato.

Quest’anno abbiamo preparato un opuscolo speciale che ti presentiamo: L’INGANNO DELLE BRAVE PERSONE. Aprilo cliccando QUI. Ti invitiamo a leggerlo con cura e a ordinarne le copie che vorrai distribuire. 

Come sempre, puoi personalizzare la quarta pagina con un tuo breve messaggio o con l’indirizzo e gli orari della tua chiesa. Te lo stamperemo senza costi aggiuntivi. 

Per qualsiasi informazione e per ordini puoi chiamarci allo 06-700.25.59 o inviarci una e-mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

La distribuzione degli opuscoli funziona? 

È il Signore quello che determina la buona riuscita della nostra testimonianza, e ha promesso di essere con noi mentre lo facciamo. 

A noi spetta fare la nostra parte. 

 

L'inganno delle brave persone

Il foglio evangelistico "L'INGANNO DELLE BRAVE PERSONE" è una presentazione chiara e semplice del problema più grave dell'uomo e la soluzione di Dio. Come tutti i nostri opuscoli evangelistici, anche questo può essere personalizzato con un tuo messaggio che inseriamo nello spazio predisposto.

L'inganno delle brave personeL'INGANNO DELLE BRAVE PERSONE

Opuscolo di evangelizzazione personalizzabile

Molte persone si reputano migliori degli altri. Sperano che le loro buone qualità siano sufficienti per poter ricevere la vita eterna. Ma cosa dice la Bibbia? L'incontro di un giovane per bene con il Signore Gesù ci rivela la verità su noi stessi.

Clicca sulla copertina qui a sinistra per leggere tutto il contenuto, oppure aprilo cliccando QUI.

I prezzi includono la stampa di un messaggio personalizzato nello spazio predisposto sulla quarta pagina.

PREZZI A COPIA PER IL NUMERO SPECIALE di evangelizzazione “L'INGANNO DELLE BRAVE PERSONE”
1.000 copie € 120,00
2.500 copie € 200,00
5.000 copie € 300,00
Per tirature diverse chiamare allo 06-700.25.59

N.B.: I costi del trasporto sono a carico del committente
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