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La Voce del Vangelo

La VOCE dicembre 2021

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Un pizzico di sale "Cuscini, sapone e panna montata" 


Il dono ineffabile

Nessuno sa la data esatta della nascita di Gesù. Forse ha avuto luogo in primavera, forse in autunno. Si sa solo, dal Vangelo di Luca, che è avvenuta nell’anno del censimento ordinato dall’Imperatore Cesare Augusto, al tempo in cui Quirinio governava la Siria.

Dato che non c’è stata mai sicurezza sulla data di nascita di Gesù, la chiesa “ufficiale” ha scelto arbitrariamente la data del 25 dicembre, e attorno a tutto l’evento si è sviluppata una cornice di tradizioni e leggende popolari sdolcinate e quasi strappalacrime. Come il freddo, il gelo, il bue e l’asino, le cornamuse, i presepi. Il tutto accompagnato da cibi speciali. Alberi decorati, luci e comete, luminarie. E chi più ne ha, più ne metta. 

Per reazione a tante tradizioni inventate, alcuni gruppi di evangelici e alcune sette hanno deciso che di Natale non si deve neppure parlare. Così da una esagerazione si è purtroppo caduti facilmente in un’altra.

Sia come sia, il fatto unico, reale e straordinario che Dio si è incarnato miracolosamente nel corpo di Maria, si è sviluppato in lei come qualsiasi altro feto ed è nato come qualsiasi altro bambino dopo nove mesi di gestazione, rimane. 

La sua data di nascita non è importante. È, però, straordinariamente importante che sia nato!

L’incarnazione  preparata da sempre

Se Gesù non fosse nato, non ci sarebbe salvezza per noi. Lui è venuto per cercare e salvare ciò che era perito e per dare la sua vita per noi, per morire al nostro posto e rendere possibile la riconciliazione fra Dio e gli uomini. 
Se non avesse avuto un corpo umano, non avrebbe potuto morire. 
Se non fosse stato Dio non avrebbe potuto offrire se stesso come sacrificio perfetto.

La venuta di Gesù non è stata un fatto improvviso e imprevisto. Era stata preparata da tutta l’eternità e annunciata da Dio stesso, subito dopo la caduta di Adamo e Eva nel peccato. 

Vari profeti ne hanno parlato attraverso i secoli, indicando con precisione il luogo in cui sarebbe nato, il tipo di morte che avrebbe subito, e il tipo di ministero che avrebbe esercitato.

Isaia, vissuto circa 800 anni prima della nascita di Gesù, nel capitolo 9 del suo libro, per ispirazione di Dio, ha scritto una delle profezie più belle, più complete e più dettagliate sul carattere del “Bambino”, Figlio di Dio, che sarebbe nato e sulle prerogative che avrebbe avuto. Parleremo su ognuna di esse!

Il momento storico in cui Isaia pronunciò questa profezia era difficile, come è difficile quello in cui noi viviamo. Il peccato dilagava in Israele e il popolo viveva lontano da Dio esattamente come succede oggi da noi. Il giudizio di Dio sul peccato si stava avvicinando, come Dio afferma che succede anche oggi. Le tenebre spirituali erano pesanti come accade oggi fra la gente che pensa a tutto fuorché a Dio. 

Ma la speranza di un Messia liberatore persisteva. Perciò il profeta annunciava che “Il popolo che camminava nelle tenebre vede una gran luce; su quelli che abitavano il paese nell’ombra della morte la luce risplende” (Isaia 9:1). 

Stava per nascere un Liberatore. 

Come poteva usare il verbo al presente otto secoli prima dell’avvenimento? 

Per Dio il tempo, come lo intendiamo noi, calcolato in anni, mesi, giorni, ore e minuti, non esiste. Quello che per noi è un secolo, per Lui è un istante. Egli vive in un eterno presente. 

Perciò, anche se Gesù sarebbe nato sulla terra molto tempo dopo, Dio poteva già dire con chiarezza: “Un bambino ci è nato… la luce risplende… il popolo vede una gran luce.” 

Noi viviamo dopo l’adempimento di questa profezia e possiamo constatarne l’assoluta esattezza. 

Gesù è venuto come luce del mondo, ha portato la salvezza.

Ma, nonostante questa nostra posizione privilegiata, conosciamo davvero e esperimentiamo  personalmente il Salvatore che è nato, è vissuto come un uomo qualsiasi, è morto per la nostra salvezza, è risuscitato trionfante sulla morte per darci la vita eterna?

Spero di sì. In ogni modo, meditare sulla descrizione del Bambino annunciato da Isaia, ci aiuterà a godere più che mai la bellezza e l’importanza della sua nascita. 

Un bambino ci è nato 

Sull’infanzia di Gesù, i Vangeli dicono ben poco. Tutto quello che si sa è che è nato a Betlemme, è stato circonciso quando aveva otto giorni, come prescriveva la legge di Mosè, è andato in Egitto con Giuseppe e Maria, per sfuggire a quella che poi è stata chiamata “la strage degli innocenti”, voluta da Erode, il quale voleva sbarazzarsi di un possibile contendente al trono.

Si sa che Gesù è cresciuto come un bambino qualsiasi, che è vissuto a Nazaret e che a 12 anni è andato a Gerusalemme e ha avuto un incontro molto interessante con i dottori della legge nel tempio. Che fino all’età di 30 anni è stato considerato solamente “il figlio del falegname”, che aveva fratelli e sorelle e che era ubbidiente a Dio e ai genitori terreni. 

Isaia 9:5 dice: Un bambino ci è nato.”

Il Signore Gesù era maschio e anche questo ha un peso. 

Il primo uomo creato da Dio, Adamo, ha peccato e, a causa della sua disubbidienza all’ordine di Dio, “Il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato la morte. Così la morte è passata su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato” spiega l’Apostolo Paolo nella sua lettera ai Romani (5:12). 

Dopo il peccato di Adamo, era necessario che un altro uomo diventasse un salvatore, “perché se per la trasgressione di uno solo molti sono morti, a maggior ragione la grazia di Dio e il dono della grazia proveniente da un solo uomo, Gesù Cristo, sono stati riversati abbondantemente su molti” (5:15). 

Doveva essere, però, un uomo perfetto e assolutamente senza peccato. 

Sempre Paolo afferma ancora: “Come per una sola trasgressione la condanna si è estesa a tutti gli uomini, così pure con un solo atto di giustizia, la giustificazione che dà la vita si è estesa a tutti gli uomini… affinché come il peccato regnò mediante la morte, così pure la grazia regni mediante la giustizia a vita eterna, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore” (5:18,21). 

Non potrebbe essere più chiaro: il primo uomo, Adamo, è stato lo strumento che ha portato la morte e il peccato nella razza umana. Un secondo uomo, perfetto, il Figlio di Dio, Gesù Cristo, è stato lo strumento per portare la grazia e la vita alla razza umana decaduta. 

“Un bambino è nato” precisa ancora Isaia. Gesù era contemporaneamente Dio e uomo. 

Come uomo, ha potuto morire. Come Dio, ha potuto offrirsi come sacrificio perfetto al posto dell’uomo e risuscitare.

Infine, Isaia afferma: “Un bambino ci è nato.” È nato per salvare ogni individuo che compone l’umanità. È nato per te e per me. 

L’opera di salvezza di Gesù ha valore universale, ma deve essere accolta per mezzo della fede da ogni individuo. 

Tu lo hai accolto?

Maria Teresa Standridge

Tratto dal libretto “Un bambino ci è nato”. Vedi la serie "Una settimana con Maria Teresa"


Cuscini, sapone e panna montata

“Presto, vieni a vedere! Corri, corri, Mamma!” 

Mamma stava rientrando con le braccia cariche di spese. Due bottiglie di latte, un sacchetto di patatine novelle, quattro cespi di insalata e un giornale... più i guanti e la borsa. 

Per quello che Mamma ne sapeva, i bambini potevano stare buttandosi giù dal terrazzo, strappando i gerani – gioia e orgoglio di Papà – o pitturando col gesso la biancheria stesa ad asciugare. 

Mamma posò i suoi pacchi e corse a vedere (le patatine corsero allegramente sulla tavola e rimbalzarono sul pavimento). 

Tutto era in ordine e i bambini stavano innocentemente col naso in su a guardare il cielo. Perfino Stefano, dal suo recinto, guardava in alto saltando eccitato. 

“Guarda le nuvole, Mamma!” disse Daniele. 

“Quelle sembrano sapone!” fece eco Davide. 

“No, panna montata” corresse Daniele. 

“Un po’ sporche” commentò Deborah osservandone una leggermente grigia. 

Il cielo era una meraviglia. Azzurro, cupo, come può essere a Roma, con delle immense nuvole bianche, sparse senza economia, che viaggiavano nello spazio. 

“A me piace quella lì, grassa e bianca come un cuscino. Mi piacerebbe che Gesù stesse seduto lì sopra” così lo potrei vedere. Proprio mi piacerebbe” disse Daniele. 

“Gesù sta là sopra, Mamma?” chiese Davide. 

“Sì. Gesù è dappertutto.” 

“Gesù ha fatto le nuvole?” “Sì.” 

“E le tiene appese lassù?” 

“E le fa camminare?” 

“Sì, e un giorno dentro ad una grande nuvola, verrà a prendere tutti gli uomini, le donne e i bambini col cuore bianco e pulito.” 

Davide, Daniele e Deborah rimasero ancora un momento a guardare. 

“Il Signore stesso, con potente grido, con voce d'arcangelo e con tromba di Dio, scenderà dal cielo, e i morti in Cristo risusciteranno i primi; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo, insieme con loro rapiti sulle nuvole, a incontrare il Signore nell'aria; e così saremo sempre col Signore” pensò Mamma, mentre cominciava a preparare il pranzo e a dare la caccia alle patatine sparse sul pavimento.

M.T. Standridge, "Un pizzico di sale" ristampa del luglio 1962

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