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La Voce del Vangelo

La VOCE luglio 2017

“Scendi giù dalla sedia, Elena, prima che ti farai male!”
“Gigi, portami subito quel coltello! Non è un giocattolo!”

No, non ho intenzione di parlare di bambini. Neanche a dei bambini. Mi spiegherò meglio fra un momento.

“Pietro, per piacere, ascoltami. Fa’ come ti dico. Togliti di là! È pericoloso stare in mezzo alla strada. Attento che può arrivare un grosso camion!”
“Vuoi fare piacere a mamma, vero, Sabrina? Non è bello disobbedire. Vieni e ti darò una caramella. Tu la vuoi la caramella, non è vero? Allora, ubbidisci subito! Mamma ti vuole tanto bene. Quando dice una cosa, è perché ti vuole bene, non credi?”

“Va bene, ora conto fino a dieci e vediamo se, quando arrivo a dieci, la vuoi ancora. Fallo capire a mamma. Poi faremo una bella passeggiata.”

No, non voglio parlare di bambini. Ma di te e di me.
E del linguaggio che usiamo tutti i giorni. Ne fanno parte verbi come correre, comprare, leggere, ascoltare e tanti altri. Usiamo questi verbi, quando serve, come imperativi, cioè comandi. Vieni! Corri! Smetti! Ascoltami! Non farlo!

Gli imperativi sono utilissimi. Servono per aiutare una persona in difficoltà. Per proteggerla. Per istruirla. Insomma, non possiamo farne a meno.

Salvo che fra credenti! Non si usano fra credenti.
Particolarmente sono da abolire totalmente dai sermoni!

Oggi, non vanno più gli imperativi

Non vanno più in casa, ai figli. Non vanno più a scuola. Non vanno più sul lavoro. Ma soprattutto, non vanno più in chiesa.

“Ma chi si crede di essere per dettarci legge su dove non andare, cosa non fare, cosa non dire? Ci manca solo che ci dica a cosa non pensare!!”
“Ma va’ là, non è mica un comandamento, solo un consiglio…”
“Se mi serve un consiglio, lo chiederò io!”

Hai notato anche tu che molti preferiscono una chiesa dove ognuno è libero di fare quello che gli pare? …Dove delle volte regna una certa confusione e ci si offende facilmente. …Dove si bada poco al comportamento, non solo dei bambini, ma anche dei grandi e addirittura dei responsabili.

Nell’insegnamento si cerca di evitare di parlare di doveri e del prendere impegni o di assolvere a quelli presi. E si arriva perfino a distorcere la dottrina per giustificare queste rilassatezze. Si afferma: “Non siamo mica più sotto i comandamenti dell’Antico Testamento! Non siamo salvati per opere ma soltanto per grazia!”

Parlare di impegni e doveri non è forse un chiaro ritorno alla schiavitù della legge? Sarebbe come cercare di meritare la grazia con la nostra ubbidienza. O guadagnare la salvezza combattendo la nostra carnalità.

In altre parole, alcuni temono che tutti questi obblighi e divieti non fanno altro che portare il credente lontano dalla guida e l’influenza dello Spirito Santo per sprofondare nel vecchio tradizionalismo, nell’arido legalismo e conformismo, nel puro fariseismo dal quale Gesù ci ha liberati!

Ma per difenderci dal legalismo, è lecito, logico e necessario trascurare o buttare via tutti i verbi col significato imperativo dalla Sacra Bibbia?

Nelle Scritture, Gesù e gli apostoli non ci hanno lasciato migliaia di insegnamenti, istruzioni, avvertimenti ed esempi chiari, proprio allo scopo di insegnarci ciò che dovremmo e che non dovremmo fare come credenti maturi?

Quando Paolo ha tuonato contro l’eresia che vorrebbe la chiesa ancora sottomessa alla legge di Mosè, era per dire che ora i credenti sono liberi di uccidere, di commettere adulterio e tante altre cose prima vietate? Che il credente può rifiutare ogni “imposizione moralistica” e vivere liberamente da nuova creatura, mettendo in pratica solo quello che lo Spirito Santo gli fa “sentire” intimamente nel suo cuore?

Il nostro rapporto con Gesù descritto da Lui

“Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti.” “Chi ha i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io lo amerò e mi manifesterò a lui” (Giovanni 14:15,21).
“Se osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio amore; come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e dimoro nel suo amore” (Giovanni 15:10).
“Voi siete miei amici, se fate le cose che io vi comando” (Giovanni 15:1).
“Perché questo è l’amore di Dio: che osserviamo i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi [pesanti, oppressivi]” (1 Giovanni 5:3).

Questi versetti mi ricordano un commento che mia moglie, Maria Teresa, ripeteva spesso mentre leggevamo insieme la Bibbia: “È proprio vero che, nella Bibbia, Gesù e gli apostoli non davano delle «opinioni» o dei «consigli». Sono sempre istruzioni imperative.”

Ma... Dio lo sache sono vietati i divieti?

Vediamo un po’ qualche divieto nella Bibbia, ma senza spaventarci troppo.
“Ti scongiuro, davanti a Dio, a Cristo Gesù e agli angeli eletti: non fare nulla con parzialità” (1 Timoteo 5:21).
Non ricevere accuse contro un anziano, se non vi sono due o tre testimoni”
(1 Timoteo 5:19).
Non imporre con troppa fretta le mani a nessuno, e non partecipare ai peccati altrui” (1 Timoteo 5:22).
“Questo dunque io dico e attesto nel Signore: non comportatevi più come si comportano i pagani nella vanità dei loro pensieri” (Efesini 4:17).
“Perciò, bandita la menzogna, ognuno dica la verità al suo prossimo perché siamo membra gli uni degli altri. Adiratevi e non peccate; il sole non tramonti sopra la vostra ira e non fate posto al diavolo” (Efesini 4:25-27).
“Chi rubava non rubi più, ma si affatichi piuttosto a lavorare onestamente con le proprie mani, affinché abbia qualcosa da dare a colui che è nel bisogno” (v. 28).
Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca” (v. 29).

A proposito della legge, Paolo scrisse: “Voi che volete essere giustificati dalla legge, siete separati da Cristo; siete scaduti dalla grazia” (Galati 5:4). Ubbidire a qualsiasi legge o comandamento per essere salvati per i propri meriti, o per essere “più” salvati, è un rifiuto della grazia!

Ma Paolo, riconoscendo anche che il cuore umano è ingannevole, ha precisato: “Perché, fratelli, voi siete stati chiamati a libertà; soltanto non fate della libertà un’occasione per vivere secondo la carne” (Galati 5:13). Essere liberati dalla legge di Mosè quale mezzo di salvezza non significa essere liberi di trascurare i chiari comandamenti del Nuovo Testamento riguardo alla vita pratica e santa del credente.

No! I verbi in forma imperativa vogliono dire: “Fate così e non fate cosà!” Servono per la nostra crescita, per una vita di consacrazione a Dio e per la nostra protezione. Ascoltiamo la voce dolce e chiara del nostro Padre celeste quando ci parla.

Facciamo attenzione, e ubbidiamo, quando il nostro Fratello maggiore e il nostro Signore ci avverte di ciò che è, o non è, per il nostro bene.   

Guglielmo Standridge

Imperativi... impopolari

Autorità civili 
– Ogni persona stia sottomessa alle autorità superiori... – ROMANI 13:1
– Rendete a ciascuno quel che gli è dovuto: l’imposta a chi è dovuta l’imposta, la tassa a chi la tassa; il timore a chi il timore, l’onore a chi l’onore. – Romani 13:7

Coerenza spirituale
– Se uno dice: «Io amo Dio», ma odia suo fratello, è bugiardo; perché chi non ama suo fratello che ha visto, non può amare Dio che non ha visto. – 1 Giovanni 4:20

Ministero della parola
– Fratelli miei, non siate in molti a fare da maestri, sapendo che ne subiremo un più severo giudizio... – Giacomo 3:1

Sfera sessuale
– Il matrimonio sia tenuto in onore da tutti e il letto coniugale non sia macchiato da infedeltà; poiché Dio giudicherà i fornicatori e gli adùlteri. – Ebrei 13:4

Vita coniugale
– Mogli, siate sottomesse ai vostri mariti, come al Signore; … Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la chiesa … – Efesini 5:22,25

Soprusi e abusi
– Non fate le vostre vendette, miei cari, ma cedete il posto all’ira di Dio; ... Anzi, “se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere; poiché, facendo così, tu radunerai dei carboni accesi sul suo capo”. – Romani 12:19,20
– Perché non patite piuttosto qualche torto? Perché non patite piuttosto qualche danno? Invece siete voi che fate torto e danno; e per giunta a dei fratelli. – 1 Corinzi 6:7,8

Tirchieria e ozio
– Da’ a chiunque ti chiede, e a chi ti toglie il tuo, non glielo ridomandare. – Luca 6:30
– Infatti, quando eravamo con voi, vi comandavamo questo: che se qualcuno non vuole lavorare, neppure deve mangiare.  – 2 Tessalonicesi 3:10

 

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