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La Voce del Vangelo

La VOCE novembre 2016

Gli occhi di suo Padre

È impressionante quanto alcuni figli assomiglino ai loro genitori: gli occhi spiccicati, la stessa curva del naso e del mento, il sorriso identico. Ma è anche logico che sia così, perché ereditiamo dai genitori tutto il nostro patrimonio genetico.

Sei credente? Sei diventato un figlio di Dio? Come suoi figli, quanto assomigliamo davvero al nostro Padre che è nei cieli?

Nessuno Lo ha mai visto, eppure Egli vuole che gli assomigliamo. Vuole che Cristo prenda forma in noi (Galati 4:19). Significa in pratica che, per la sua grazia e per l’opera dello Spirito Santo in noi, diventiamo sempre più simili a Gesù nella nostra sottomissione alle Sacre Scritture, nell’amore verso Dio e verso gli altri, nelle scelte di vita pratica, nei progetti per il futuro, nell’odio verso il male, nel modo di gestire le nostre finanze.

Già! Anche nel nostro rapporto con i soldi.
Qualcuno ha detto che l’ultima parte del credente a convertirsi è proprio il portafoglio. Sarà che spesso i credenti non sono molto generosi? Oppure non sono disciplinati nell’uso del denaro?

Sia come sia, sappiamo dalle Scritture che Dio è generoso. Lo è verso tutti. Ed è questa la qualità che Egli vuole vedere sviluppare in noi. “Fate del bene a quelli che vi odiano… Dà a chiunque ti chiede… prestate senza saperne nulla e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, poiché Egli è buono verso gli ingrati e i malvagi… Date e vi sarà dato; vi sarà versata in seno buona misura, pigiata, scossa, traboccante” (Luca 6:27,30,35,38).

A che punto è il tuo progresso? Ecco alcuni benefici che possono far sì che la gente scorga in te le sembianze del tuo Padre celeste.


Seminare per mietere

Gesù ha detto: “Vi è più gioia nel dare che nel ricevere” (Atti 20:35).

Potremmo affrontare questo argomento dal punto di vista della responsabilità del credente e parlare di quello che Dio ordina di fare.
Potremmo parlare del come l’uso delle finanze riveli quali siano le nostre vere priorità.
Potremmo parlare delle necessità che non vengono soddisfatte e delle conseguenze della nostra negligenza.

Affronteremo, invece, l’argomento dal punto di vista dei benefici reali che la generosità porta al credente che la pratica con fedeltà.

L’Apostolo Paolo, nella sua lettera ai Filippesi, ringraziando i credenti per il dono che aveva ricevuto da loro, ci tiene a sottolineare che non era preoccupato per se stesso, perché era certo che Dio avrebbe provveduto, ma che era gioioso di quello che avveniva nella loro vita proprio a causa del loro dono: “Non lo dico perché io ricerchi i doni; ricerco piuttosto il frutto che abbondi a vostro conto” (Filippesi 4:17).

Sai qual era questo frutto che abbondava a loro conto e che può aumentare anche nella tua vita? Lo desideri? Se sei un responsabile di una chiesa locale, è qualcosa che ricerchi per te stesso e anche per le persone che Dio ti ha affidato?

Alla base ci deve essere fiducia in quello che Dio dice, cioè che prendiamo sul serio ciò che la Bibbia afferma riaguardo al donare: “C’è chi offre liberalmente e diventa più ricco, e c’è chi risparmia più del giusto e non fa che impoverire. Chi è benefico sarà nell’abbondanza, e chi annaffia sarà egli pure annaffiato” (Proverbi 11:24,25), “Date, e vi sarà dato; vi sarà versata in seno buona misura, pigiata, scossa, traboccante; perché con la misura con cui misurate, sarà rimisurato a voi” (Luca 6:38).

È lo stesso principio che l’Apostolo Paolo, sotto l’ispirazione di Dio, insegnava a tutte le chiese: “Ora dico questo: chi semina scarsamente mieterà altresì scarsamente; e chi semina abbondantemente mieterà altresì abbondantemente”
(2 Corinzi 9:6).

Il credente tirchio impoverisce. Il credente generoso prospera. Le chiese della Macedonia ne sono un esempio.

In 2 Corinzi 8 Paolo scrive come queste chiese, di gente davvero povera, avevano insistito nel partecipare anche loro a una colletta per altri credenti che si trovavano nel bisogno. Alla fine, non solo avevano partecipato ma erano state molto generose. Questi credenti, Paolo precisa, si erano dati prima al Signore. In altre parole, i benefici della generosità sono riservati a coloro che hanno fatto del Signore la loro priorità negli scopi e nelle aspirazioni di vita. Proprio come Cristo ha dato tutto per i credenti (2 Corinzi 8:8,9).

In 2 Corinzi 9:6 Paolo dice che colui che vuole mietere abbondantemente deve seminare altresì abbondantemente. Dal contesto è chiaro che si sta parlando di soldi. C’è da domandarsi: la mia generosità, cosa dice  sul mio rapporto col Signore? Testimonia del mio amore per Lui o tradisce il mio attaccamento al denaro?

Una risposta impulsiva alle necessità dei credenti e della chiesa, anche se d’indubbio aiuto momentaneo, non onora Dio quanto una consacrazione consapevole e ponderata di se stessi a Lui.

Il Signore non si aspetta che sparpagliamo i nostri soldi senza riflettere. Infatti, nessuno dovrebbe dare se non può farlo gioiosamente, e solo dopo averci ragionato su.

Quali, allora, sono questi benefici che dovremmo ricercare?

Più amati
Il primo beneficio è che Dio ha un affetto, un amore particolare per coloro che donano con gioia: “Dia ciascuno come ha deliberato in cuor suo; non di mala voglia, né per forza, perché Dio ama un donatore gioioso” (2 Corinzi 9:7). È senz’altro vero che Dio ama tutti i suoi figli. Ma questo passo indica che Dio mostra un amore speciale per coloro che, spinti dal loro amore per Lui, usano gioiosamente le loro risorse per la sua gloria seguendo il suo esempio.

Chi non vorrebbe essere amato, apprezzato e riconosciuto? Dio dice che se do con gioia, senza lamentarmi o perché mi viene imposto, Egli mi ama! È ovvio che non ha bisogno dei miei soldi; a Lui appartiene tutto quello che c’è, e se ho qualcosa, è solo perché è Lui che me l’ha data. Ma

l’idea che Dio sorrida compiaciuto alla mia generosità mi spinge a volergli assomigliare di più.

Più risorse
Non solo Dio sarà compiaciuto, ma il secondo beneficio è che vuole aiutarmi a continuare a praticare la liberalità. Egli provvederà in modo che possiamo non solo continuare a dare, ma potremo dare ancora di più. È Lui che si prende cura di ogni cosa che abbiamo e vuole metterci in grado di donare sempre di più: “Colui che fornisce al seminatore la semenza e il pane da mangiare, fornirà e moltiplicherà la semenza vostra e accrescerà i frutti della vostra giustizia” (2 Corinzi 9:10).

Una delle nostre paure naturali è quella di non avere abbastanza per soddisfare le nostre necessità. Ho avuto l’opportunità di conoscere credenti benestanti fino al punto di essere molto ricchi, e altrettanti credenti poverissimi. Ho scoperto che tra i più generosi non c’erano molti facoltosi, ma piuttosto quelli che sembravano avere solo lo stretto necessario. In generale, non ho trovato che i ricchi fossero più gioiosi, forse più divertiti dalle cose che possiedono, ma certamente non più felici nel Signore. Il rischio è che io cominci a invidiare quelli che sembrano divertirsi di più, piuttosto che chi ha una profonda serenità nel Signore.

Ma ci sono ancora altri benefici che dovrebbero spingerci a valutare il nostro dare.

Più gratitudine
La nostra generosità produrrà gratitudine verso il Signore da parte di coloro che ne beneficeranno. “Così, arricchiti in ogni cosa, potrete esercitare una larga generosità, la quale produrrà rendimento di grazie a Dio per mezzo di noi. Perché l’adempimento di questo servizio sacro non solo supplisce ai bisogni dei santi ma più ancora produce abbondanza di ringraziamenti a Dio; perché la prova pratica fornita da questa sovvenzione li porta a glorificare Dio per l’ubbidienza con cui professate il vangelo di Cristo e per la generosità della vostra comunione con loro e con tutti” (2 Corinzi 9:11-13).

Avrai notato che Paolo chiama il dare un “servizio sacro”, e usa espressioni come una “prova pratica dell’ubbidienza” a Dio e la “comunione con gli altri credenti”. Spesso sento dire che servire il Signore è un compito, una regola, un dovere. In realtà è molto ma molto di più! È una relazione, è provare il desiderio di piacere a Dio, di vedere altri riconoscere la generosità del Signore nei loro confronti. Nella nostra opera qui alla Voce del Vangelo, spesso siamo rimasti strabiliati dall’amore e cura di Dio quando alcuni credenti hanno dato generosamente per dei bisogni che ci sembravano insormontabili. Quante preghiere di gratitudine bagnate da lacrime di gioia sono salite al cielo dai nostri uffici!

Più preghiere
C’è ancora un beneficio di cui voglio parlare, e che non ti lascerà indifferente. È nascosto in questo versetto: “Essi pregano per voi, perché vi amano a causa della grazia sovrabbondante che Dio vi ha concessa” (2 Corinzi 9:14). È l’amore e le preghiere di coloro che ricevono i benefici della nostra generosità! Infatti, a causa di essa, loro diventano più consapevoli della grazia incredibile che Dio dà ai suoi figli.

Sei come me? Ti piace l’idea che ci siano credenti che ti amano abbastanza per pregare per te con gratitudine? Non è che devono conoscere per forza il tuo nome, Dio può rispondere alle loro preghiere anche quando non sanno da dove siano arrivati i doni. Donare è un gesto in segreto tra te e Dio. Nella chiesa locale nessuno deve sapere chi dà e quanto, ma ti posso assicurare che una chiesa generosa è pervasa da una consapevolezza della grazia di Dio.

Più Cristo
Infine, questi benefici producono in noi un altro meraviglioso dono: la consapevolezza dell’opera di Dio in noi. Il dono più incredibile che possiamo mai scoprire è ricevere la vita in Gesù: “Ringraziato sia Dio per il suo dono ineffabile” (2 Corinzi 9:15)!

Lo sappiamo fin troppo bene, tu e io, che come esseri umani siamo portati ad essere egoisti. Nessuno ha mai dovuto insegnare a un bambino a dire “mio”, e mentre tiene in pugno un giocattolo cerca anche quello che non è suo! Solo Dio può cambiare il nostro egoismo innato in una prontezza a dare agli altri per gratitudine, e in questo farci assomigliare a Lui.

Abbiamo il privilegio di dare al Signore per la sua opera! È il modo naturale con cui i credenti adorano e ringraziano il loro Dio. La sua promessa “Onora il SIGNORE con i tuoi beni e con le primizie di ogni tua rendita; i tuoi granai saranno ricolmi d’abbondanza e i tuoi tini traboccheranno di mosto” (Proverbi 3:9,10) è solo un’ennesima dimostrazione della grazia di Dio nella nostra vita.

Come Associazione Verità Evangelica, in questi quasi 60 anni che serviamo il Signore per propagare il Vangelo in Italia, abbiamo visto come tanti credenti hanno donato regolarmente con sacrificio e gioia per la nostra opera. E abbiamo lodato Dio e gioito insieme a loro. Di progetti ne continueremo a fare nuovi, mentre portiamo avanti quelli già avviati.

I doni che riceviamo da voi lettori ci portano a glorificare Dio e a pregare per voi e a ringraziarlo per l’opera che Egli sta facendo nella vostra vita.

Il numero della Voce che hai tra le mani è il frutto di coloro che sostengono con doni il nostro ministero. Negli anni, milioni di persone hanno ricevuto letteratura evangelistica prodotta dal nostro ufficio e Dio conosce chi ha creduto in Lui leggendola. Forse anche grazie al tuo dono. Ed Egli continua a usare questi scritti per maturare i suoi figli nella fede.

Per andare avanti, dipendiamo sempre dai doni che Egli provvede tramite i credenti e sappiamo che benedirà ogni nostro donatore come benedice anche noi. Grazie di essere parte di quest’opera!

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